L'orfanotrofio come fenomeno sociale comprende due concetti: orfani, bambini i cui genitori sono morti e orfani, bambini i cui genitori sono vivi, ma per vari motivi non partecipano all'educazione e alla fornitura di condizioni di vita accettabili.
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Tipi di orfanotrofio
Fino al XX secolo, in sociologia e pedagogia, l'orfanotrofio era definito come la presenza nella società di persone di età inferiore ai 18 anni, entrambe morte o dei loro unici genitori. Nel XX secolo, la presenza di un fenomeno come l'eliminazione dei genitori dai doveri in relazione ai loro figli era chiamata orfanotrofio sociale. Di conseguenza, le persone di età inferiore ai 18 anni lasciate senza la cura di uno o entrambi i genitori sono orfani sociali.
In generale, l'orfanotrofio, come fenomeno sociale, può essere suddiviso nei seguenti gruppi di orfani:
1. Diretto - i bambini minori sono rimasti senza genitori a causa della loro morte;
2. "Privati": i bambini i cui genitori sono privati dei diritti dei genitori a causa di comportamenti sociali negativi o l'incapacità di fornire le condizioni di vita e di sviluppo necessarie ai propri figli (compresi i casi in cui i genitori sono riconosciuti come incompetenti, sono in prigione o accusati di crimini, sono tenuti in istituti medici, mancano);
3. “Refuseniks” - bambini i cui genitori rinunciano volontariamente ai diritti dei genitori;
4. Orfani di imbarco - bambini che sono cresciuti in collegi, a causa dei quali i loro genitori praticamente non prendono parte all'istruzione;
5. Orfani condizionali domestici: bambini che vivono con i genitori, ma si trovano in condizioni psicologiche e di vita negative.
Spicca anche la categoria degli orfani “nascosti”: i bambini privati delle necessarie cure e condizioni di sviluppo, ma la cui posizione è nascosta dallo stato, a causa della quale tali bambini non ricevono l'assistenza necessaria.