La storia della posta in arrivo è mista ed estremamente confusa. Non un solo storico si impegnerà a specificare qualcosa in esso, perché ci sono molti candidati per il titolo di inventore di questo affrancatura.
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Storia portoghese
I portoghesi insistono sul diritto degli scopritori della cassetta postale. Secondo loro, questo argomento senza pretese ha più di cinquecento anni. Nel 1500, il viaggiatore portoghese Bartolomeu Dias cadde in una feroce tempesta di mare al largo delle coste del Sudafrica, in cui morì la maggior parte del suo equipaggio e lo stesso capitano. I sopravvissuti decisero di tornare a casa in Portogallo, ma prima di partire descrissero tutte le loro disavventure in una lettera, che misero in una vecchia scarpa e appesero su un albero. Così hanno cercato di raccontare ai loro discendenti il loro destino, nel caso in cui l'intera spedizione morisse. Un anno dopo, Juan da Nova, il capitano di una nave che navigava in India, attraccò sulla costa sudafricana e trovò questo messaggio nella sua scarpa. In onore dei marinai morti, costruì una cappella in questo luogo, e in seguito un insediamento crebbe qui. Per molto tempo la vecchia scarpa "ha funzionato" come una cassetta delle lettere, e ora al suo posto c'è un enorme monumento di scarpe fatto di pietra.
Storia italiana
Gli italiani non sono rimasti indifferenti alle caselle di posta. Secondo gli storici di Firenze, all'inizio del XVI secolo furono installate cassette postali in legno, che chiamarono "vestibolo". Furono collocati in luoghi affollati, nelle piazze e nelle principali chiese della chiesa. I vestiboli avevano un vuoto nella parte superiore, dove la denuncia anonima dei nemici dello stato poteva essere omessa inosservata da altri. Si dice che fu proprio questa idea a spingere l'idea di metodi per raccogliere lettere private dal conte francese Renoir de Vilaye.