Sin dai tempi antichi, Marte attira gli occhi dei ricercatori. Gli scrittori di fantascienza hanno ripetutamente descritto diverse forme di vita sul Pianeta Rosso, suggerendo l'esistenza di civiltà sviluppate lì. Ormai è diventato chiaro che nelle attuali condizioni marziane, la vita intelligente paragonabile alla vita terrena è assente su questo pianeta. Ma gli scienziati continuano a cercare prove dell'esistenza di semplici forme di vita su Marte.
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Ricercatori americani hanno analizzato nuovamente i dati ottenuti nel 1976 dalla stazione Martian Viking. Uno studio del suolo del pianeta rende altamente probabile che i batteri vivano su Marte. I risultati di precedenti esperimenti condotti negli anni '70 del secolo scorso sono stati interpretati in modo errato, affermano gli esperti dell'Università della California del sud.
Il programma, a cui Viking ha partecipato, ha previsto una serie di esperimenti per rilevare i microrganismi nel suolo marziano. È stato ottenuto un risultato positivo, espresso, ad esempio, in un aumento temporaneo della percentuale di anidride carbonica rilasciata quando i campioni di terreno sono stati collocati in un mezzo nutritivo. In precedenza, hanno preferito interpretare questo fatto come il risultato dell'azione di fattori geologici piuttosto che biologici.
Il nuovo approccio ha permesso di trasformare i dati ottenuti dal Vichingo in un insieme di numeri, che è stato analizzato per la complessità. L'idea principale del nuovo esperimento era quella di considerare i risultati da un punto di vista numerico, poiché i sistemi viventi sono più complessi.
Di conseguenza, è stata trovata una corrispondenza esatta tra le serie numeriche relative ai campioni di suolo di Marte e ai set di dati terrestri. Gli scienziati ritengono che un alto grado di ordine degli indicatori sia caratteristico dei processi biologici. Naturalmente, solo una vera osservazione dei batteri marziani al microscopio può finalmente porre fine a questa faccenda.
Gli astronomi dell'Agenzia spaziale europea sono andati oltre, credendo che la vita su Marte sia possibile non solo sotto forma di batteri primitivi. Nelle fotografie scattate con dispositivi ESA, gli scienziati hanno esaminato i sistemi ramificati di tunnel sotterranei derivanti dall'attività vulcanica. I vulcani che cessarono di scoppiare milioni di anni fa formarono rifugi unici dove l'acqua potrebbe accumularsi. È in questi rifugi che si dovrebbero cercare forme di vita più sviluppate, affermano gli esperti. Sfortunatamente, non è ancora possibile verificare i calcoli degli scienziati.